Per valutare correttamente le possibilità di impiego di una malta è necessario conoscere le caratteristiche dei materiali che la compongono e le modalità di posa a regola d’arte in modo da sfruttarne appieno le potenzialità.
La malta è una miscela eterogenea costituita principalmente da uno o più leganti inorganici, dagli aggregati e dall’acqua. In funzione dell’utilizzo possono essere aggiunti additivi o aggiunte per conferire particolari proprietà.
Per iniziare esaminiamo la malta da intonaco che oggi è diventata più di un semplice strato di copertura delle murature, diventando un prodotto tecnico a cui sono richieste performance di carattere acustico, meccanico, di resistenza al fuoco e estetiche.
L’intonaco si compone di due o tre strati realizzati in tempi successivi e che assumono denominazioni diverse a seconda delle tradizioni regionali:
1) Sbruffatura o rinzaffo: primo strato a spessore applicato direttamente sulla muratura non lisciato. Promuove l’adesione tra il supporto e il corpo dell’intonaco, è ricca di legante con aggregati di dimensioni relativamente grosse e può essere fibrata.
2) Intonaco rustico o grezzo: realizza il corpo dell’intonaco determinando le prestazioni di progetto, viene regolarizzato con riga e in genere accoglie lo strato di finitura.
3) Finitura: realizza lo strato finale dell’intonaco determinandone l’aspetto estetico. In funzione del tipo di finitura si hanno granulometrie diverse dell’aggregato in essa contenuto. Come esempio si può considerare:
Tipo di finitura | Dimensione massima degli aggregati (mm) |
Liscia | <0,2 |
A civile fine | <1,0 |
A rustico fine | <1,2 |
A rustico | >2,0 |
Grezzo | >2,0 |
La scelta della malta deve essere effettuata in funzione di tre parametri fondamentali: consistenza del supporto, prestazione desiderata e condizioni ambientali.
Operazione propedeutica almeno 12 ore prima della proiezione della malta è la bagnatura a rifiuto del substrato, infatti se sottraesse velocemente l’acqua di impasto si andrebbe a compromettere l’adesione e il corretto indurimento della malta. In presenza di supporti lisci e poco assorbenti si deve utilizzare un primer come promotore di adesione.
Particolare attenzione deve essere riposta in presenza di efflorescenze saline, in genere macchie biancastre, le quali essendo solubili possono essere eliminate solo per asportazione meccanica mediante spazzolatura.
La manifestazione di fessure o distacchi nella malta è dovuto al superamento delle resistenze e all’uscita dal campo elastico. Infatti, considerato un valore di deformazione imposto dal substrato si ha una tensione inversamente proporzionale al modulo elastico (E) del materiale.
Si avrà che a moduli di elasticità bassi corrisponderanno tensioni relativamente più basse.
Tipo di malta | E (MPa) |
Intonaco premiscelato a base calce/cemento | 4850 |
Intonaco premiscelato a base calce idraulica naturale | 2990 |
Intonaco premiscelato a base gesso | 2500 |
Tab. 2: valori indicativi del modulo di Young per malte premiscelate
Le cause delle fessurazioni possono essere rintracciate in eccessive dilatazioni termiche, sollecitazioni dinamiche o ritiro differenziale.
In presenza di variazioni di temperatura i materiali si allungano o si accorciano in funzione del coefficiente di dilatazione termica lineare a:
Movimenti termici differenziati sono perciò maggiori su supporti con bassa conducibilità termica.
Materiale | (10-6·°C-1) |
Malta idraulica | 10-13 |
Malta a base gesso | 18-21 |
Laterizio | 6-8 |
Poroton | 4-6 |
Calcestruzzo | 10 |
Tab. 3: valori indicativi del coefficiente di dilatazione termica lineare
Per agevolare l’assorbimento delle tensioni tra gli strati successivi si devono sempre sovrapporre strati successivi di malta a resistenza meccanica progressivamente inferiore o al più uguale a quello che precede. Per sollecitazioni non ordinarie può essere utile interporre nel piano mediano dell’intonaco una rete di armatura in fibra sintetica o metallica.
Per approfondire gli aspetti della posa di intonaci premiscelati si consiglia la lettura del manuale “Intonaci con malte premiscelate” di R. Ricci e F. Leone.
Per qualsiasi domanda su questo tema o per ricevere supporto alla progettazione scrivere a daniele.martini@aquilaprem.it.
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